CONVEGNO ACLI SUI FLUSSI MIGRATORI. NOGARO: IL SISTEMA DIVIDE I CRISTIANI. Il sottosegretario Lucidi attacca la Bossi-Fini

Al seminario Acli su «Fenomeni migratori e tutela familiare» la Bossi-Fini finisce sotto accusa. Pubblico ministero il sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi: «La legge non prevede vera integrazione. Non si può mutare politica sul tema del ricongiungimento familiare se non la si cambia». Ed esorta: «Chiedete con forza al parlamento di modificarla. Il governo si trova in imbarazzo a dover applicare una norma in vigore che non gli appartiene. Una legge - continua Lucidi - che non serve a far incontrare domanda e offerta di lavoro». Ancora, sul tema dell'immigrazione: «La società civile è più avanti del Palazzo che ha un approccio ideologico e spesso cavalca la paura del diverso». Lucidi poi conferma Caserta sede di una commissione per i richiedenti asilo. In considerazione dei problemi evidenziati qui, pur nella lacuna di una legge organica, il governo con due decreti ha mutato requisiti di qualifica e procedura per il ricongiungimento familiare di chi gode dello status di rifugiato. Con il «decreto qualifica» il governo riconosce lo status di «protetto umanitario» e, nel momento in cui queste persone avranno lavoro, usufruiranno della nuova procedura semplificata per l'ingresso in Italia dei familiari. Critiche al sistema politico anche dal vescovo Nogaro. «La crisi della famiglia - premette - è un problema di fede ma molto anche un problema materiale: mancano i soldi per formarla a tanti giovani e ciò condiziona anche la tranquillità dei nuclei formati». È un problema della politica che «ammette solo il concorso di competenze ma non ha passione per il popolo». «Ora assistiamo al bipolarismo - continua Nogaro - forse qualcosa di valido ma noto che divide le persone in cittadini di destra e sinistra e io non so neanche che cosa significhi. Peggio: mette i cristiani gli uni contro gli altri: ci sono cristiani del privilegio e cristiani dei poveri. Chiedo alle Acli di superare questa dicotomia». Antonio Casale, direttore del Centro Fernandes rivendica le peculiarità di una difficile integrazione che sul litorale domizio «deve partire dalle cose più semplici». «Basta con i politici che vengono da noi come se andassero ad una visita di istruzione allo zooi. Da noi non solo delinquenti, anche giovani sani che le politiche per la famiglia potranno integrare».


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